Regia: Federico Tiezzi
di Edmondo De Amicis
… quando migravamo noi…
Scriveva Edmondo De Amicis a proposito delle migrazioni del suo tempo: «Immagina questo vastissimo formicolio di ragazzi di cento popoli, questo movimento immenso di cui fai parte, e pensa: – Se questo movimento cessasse, l’umanità ricadrebbe nella barbarie; questo movimento è il progresso, la speranza, la gloria del mondo.» E aggiungeva: «E tutta questa miseria è italiana! E ogni piroscafo che parte da Genova n’è pieno, e ne parton da Napoli, da Messina, da Venezia, da Marsiglia, ogni settimana, tutto l’anno, da decine d’anni! Poveri emigranti che, per mancanza di posti in stiva, venivano accampati come bestiame sopra coperta, dove passavan settimane inzuppati d’acqua e a patire un freddo di morte; al rischio di crepar di fame e di sete in bastimenti sprovvisti di tutto, o di morir avvelenati dal merluzzo avariato o dall’acqua corrotta. E n’erano morti… Quante infamie: tutte quelle migliaia di italiani che, in grandi città straniere, campan la vita con i più degradanti mestieri, branchi d’istrioni affamati che l’Italia sparge alle quattro plaghe dei venti; la tratta miseranda dei fanciulli»…
Dagli Appennini alle Ande è uno dei racconti contenuti in Cuore di Edmondo De Amicis. Il titolo traccia la linea dell’emigrazione italiana in Argentina, anticipando la struggente storia di Marco, ragazzo tredicenne che s’imbarca da Genova per Buenos Aires alla ricerca della madre, migrata in America Latina per sopperire alle esigenze economiche della famiglia. Una scelta verso la salvezza, come fecero migliaia di liguri, e non solo, dell’Italia postunitaria.
Il libro Cuore, pietra miliare per generazioni di lettori, collante di un paese “da fare” ed emblema della didattica morale è anche, volutamente o no, una finestra sulla questione sociale. Dagli Appennini alle Ande è infatti una storia di eroismi e sacrifici, non così lontana da noi e non così diversa dalle storie dei disperati armati di speranza che arrivano ogni giorno sulle nostre coste. A rileggerla oggi è un bel modo di mettersi nei panni di chi emigra, recuperando quella speranza di fortuna e di un futuro migliore che la nostra stanca, esausta Europa sembra aver dimenticato, affogata nelle sue paure.
Sandro Lombardi e David Riondino daranno voce alle avventure del piccolo eroe (oggetto tra gli altri di un anime di Hayao Miyazaki del 1976, trasmesso in Italia con il titolo di Marco, dagli Appennini alle Ande) all’interno di atmosfere riecheggianti i canti dei migranti e le milonghe argentine, rievocati dalla fisarmonica di Massimo Signorini e dal canto di Francesca Breschi.
Intero 20,00 € + d.p.
Ridotto 15,00 € + d.p.