Mercoledì 12 luglio alle ore 21.00
Porto Turistico di Pescara
Il duo costituito da Paolo Fresu e Uri Caine è la storia del fortunatissimo incontro tra due grandi personalità del jazz moderno. La tromba lirica e sognante di Fresu, il suo timbro malinconico e onirico si sposa in maniera eccelsa con il pianismo di Uri Caine, fatto di mille citazioni, dalla canzone americana al blues, dal jazz alla musica classica.
Non è semplice scegliere di suonare ad arte brani che sono il magma e il segno della storia jazzistica. Il duo affronta il gioco con sorprendente semplicità, riuscendo perfettamente a trasmettere il sentimento che guida questa musica straordinaria e, al tempo stesso, dimostrando quanto sia possibile rinnovare alcune tra le pagine più famose del jazz. Le ammalianti ballate e le invenzioni ritmiche rendono il loro incontro musicale un evento assolutamente da non perdere. L’ultimo lavoro discografico del duo “Two Minuettos” (Tǔk Music, 2017) raccoglie il meglio di tre serate registrate al Teatro dell’Elfo di Milano negli ultimi giorni dell’inverno del 2015.
Paolo Fresu e Uri Cane si sono conosciuti nel 2002 a Berchidda, quando Uri – ospite del festival curato da Paolo – ha interagito più volte, nel corso dello stesso evento, con la tromba di Fresu, confessando di essere stato totalmente coinvolto dalle atmosfere e dai suoni dei vari progetti che lo avevano visto ospite.
BIO
Uri Caine è uno degli “architetti” più intelligenti e sensibili della musica d’oggi, un geniale alchimista, che compone in modo originale ripartendo dal passato prossimo del grande jazz e da quello più remoto della musica classica, capace di rileggere i repertori di ogni epoca con intelligenza, cultura, humour. Il suo jazz è una miscela di musica classica, rock ed elettronica. La sua discografia, ampia e ricca di opere importanti, alcune riconosciute come pietre miliari, è indicata come snodo fondamentale della storia musicale contemporanea.
Dagli esordi non ancora diciottenne nella natia Filadelfia, insieme a leggende quali il sassofonista Hank Mobley, alle prove dell’attualità con colleghi come il clarinettista Don Byron, il trombettista Dave Douglas, il violinista Mark Feldman, Caine si è sempre mostrato uno degli artisti più illuminati e creativi della musica d’oggi. Uri Caine è noto per le sue visionarie rivisitazioni di repertori classici, un lavoro iniziato con un omaggio a Gustav Mahler e proseguito con i Lieder di Robert Schumann e le Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach, pubblicati dall’etichetta Winter & Winter, che gli hanno assicurato uno straordinario successo, fino a essere invitato, con il programma dedicato a Mahler, anche dal prestigioso festival di musica classica di Salisburgo.
Nel 2003 è direttore di una memorabile edizione della Biennale di Venezia, dove debutta con The Othello Syndrome, un lavoro di variazioni liberamente tratte dalla partitura di Giuseppe Verdi che dà origine alla registrazione di Winter and Winter nominata ai Grammy Awards di Los Angeles come migliore album di musica classica/crossover del 2008 e premio Echo Klassik 2009. Tra i suoi progetti degli ultimi anni, ricordiamo una composizione sugli orrori della guerra, commissionatagli dal Festival di Granada, un’opera musicale ispirata ai dipinti di Goya; un duo con John Zorn al Vicenza Jazz Festival, una tournée delle Variazioni Diabelli con l’Orchestra Regionale Toscana e l’Orchestra Toscanini
Paolo Fresu
Nel suono della sua tromba c’è la linfa che ha dato lustro alla nouvelle vague del jazz europeo, ma soprattutto l’enorme e inesauribile passione che lo sorregge da sempre. La banda del paese e i maggiori premi internazionali, la campagna sarda e i dischi, la scoperta del jazz e le mille collaborazioni, l’amore per le piccole cose e Parigi. Esiste davvero poca gente capace di mettere insieme un tale abbecedario di elementi e trasformarlo in un’incredibile e veloce crescita stilistica. Paolo Fresu c’è riuscito proprio in un paese come l’Italia dove, per troppo tempo, la cultura jazz era conosciuta quanto Shakespeare o le tele di Matisse, dove Louis Armstrong è stato poco più che fenomeno da baraccone d’insane vetrine sanremesi e Miles Davis scoperto “nero” e bravo dopo gli anni di massima creatività.
La magia sta nell’immensa naturalezza di un uomo che, come pochi altri, è riuscito a trasportare il più profondo significato della sua magica terra nella più preziosa e libera delle arti. Tra le collaborazioni contemporanee si citano quelle con Carla Bley e Steve Swallow e il fortunato incontro con Ralph Towner che ha fatto da ponte all’ingresso del nome di Paolo nell’entourage della celebrata e nobile etichetta ECM. Il suo presente più attuale lo vede attivo, in ottica più esterofila, in trio con Richard Galliano e il pianista svedese Jan Lundgren (“Mare Nostrum”) e in diverse nuove avventure con importanti nomi dell’entourage jazzistico contemporaneo quali Omar Sosa, Gianluca Petrella, Manu Katché, Eivind Aarset, Dave Douglas, Oren Marshall o Arild Andersen.
Interessanti sono poi i progetti con alcuni grandi nomi del mondo letterario e teatrale italiano (Ascanio Celestini, Lella Costa, Stefano Benni, Alessandro Bergonzoni, Milena Vukotic).